Sembra non avere fine la serie di chiusure di importanti negozi online, punto di riferimento per moltissimi appassionati di elettronica di consumo.
Il primo è stato e-key, il negozio di componenti per computer (e non solo) con un volume di affari che variava dai 6 ai 15 milioni di euro. Prezzi bassi per la gioia di molti ma a fronte di tasse non pagate. Scoperta l’evasione, ha chiuso i battenti nel 2016.
L’anno scorso invece è stata la volta degli Stockisti. Vero impero dell’elettronica, con 250 milioni di euro di fatturato all’anno. Era riuscito a fare concorrenza perfino ad Amazon con i cellulari venduti a prezzi nettamente inferiori. Ottimo servizio, feedback spettacolari e… 50 milioni di euro di iva non pagati all’erario. Il suo fallimento ha suscitato un vero e proprio tam tam mediatico e la delusione di migliaia di clienti affezionati.
Anno 2018, cambia solo il nome dell’azienda. Ieri infatti è stata la volta di TaoComputer, specializzata in vendite online di componenti per PC sopratutto per il gaming. Soltanto un anno fa ha festeggiato i 40.000 ordini evasi. Servizio efficiente e prezzi bassi. La storia, sempre la stessa, secondo la GdF l’ azienda avrebbe evaso iva per oltre 2,5 milioni di euro.
Il giochetto probabilmente è lo stesso usato dagli Stockisti: viene creata una società fittizia all’estero che nomina ogni anno una diversa società concessionaria esclusiva per l’Italia, con lo scopo di rendere difficili i controlli dell’Agenzia delle entrate. Occultata la documentazione contabile e amministrativa e irreperibili i relativi rappresentanti legali. In questo modo la società che gestisce il sito è in grado di fare concorrenza ai big del mercato online, proprio perché il mancato pagamento dell’iva consente una riduzione dei costi del 22% circa.
Ma allora come fanno i colossi stile Amazon ad avere prezzi così bassi? Senza fare polemiche diciamo che pagano meno tasse ma lo fanno in maniera più furba e quindi lecita. Il portale di Bezos, leader mondiale delle vendite online (341.000 dipendenti e 136 miliardi di dollari di fatturato), in Italia ha versato tasse per soli 488 mila euro. La differenza con i siti di cui abbiamo parlato è davvero sottile… A presto!
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