14 agosto 1963: La Philips lancia sul mercato le prime musicassette

Sono cinquantacinque le candeline per un oggetto per molti di noi legato ai ricordi dell’adolescenza e non solo.

Per i più giovani: le musicassette o audiocassette o semplicemente cassette sono costituite da due bobine, racchiuse in un contenitore di materiale plastico, che raccolgono il nastro magnetico (della BASF) utilizzato per registrare o riprodurre materiale sonoro.

Dalla metà degli anni 60 in breve tempo la musicassetta divenne il supporto preferito per la registrazione di musica, unica soluzione per uscire a basso costo per molti artisti indipendenti, oppure la compilation fatta in casa per amici e fidanzati (ve la ricordate la cassettina di Radio Deejay?). Grazie all’autoradio divenne un must da ascoltare in macchina durante lunghi viaggi. Un’ulteriore spinta alla diffusione della musicassetta venne dal Walkman Sony, messo in commercio nel 1979, che consentiva l’ascolto di musica ovunque con l’uso delle cuffie audio.

L’uso della cassetta entrò in vari aspetti della vita, della segreteria telefonica, di casa o dell’ufficio, fino all’audiolibro per non vedenti o al classico corso di lingua venduto a fascicoli. Divenne il supporto per salvare i programmi dei primi home computer di larga diffusione come il Commodore 64 o lo Spectrum. La pazienza era doverosa, si doveva attendere il lento caricamento ma alla fine il videogame tanto atteso ripagava di ogni sacrificio. La nascita e diffusione dei CD a metà anni 80 non scalfì la diffusione della musicassetta perchè consentiva una facilità di registrazione allora impossibile per i CD all’utenza domestica. A partire dagli anni 90 con la diffusione dei masterizzatori l’egemonia delle cassette diminuì ma fu la nascita degli mp3 a decretarne la fine.

Le cassette più diffuse erano da 46, 60, 90 minuti. Troppo costose quelle da 120 e i walkman magari facevano fatica se la batteria non era proprio al massimo. Con un minutaggio più basso (10 o 20 di solito) le cassette dati per computer. Avevano una linguetta di plastica, che se rimossa fungeva da meccanismo di protezione dalla scrittura e, come i vinili, possedevano un lato A e un lato B.

Le cassette vergini (di marche come Maxell o TDK) si trovano ancora, in alcuni centri commerciali o su Amazon. Le fabbriche che ancora oggi producono questi supporti sono la National Audio Company Inc. di Springfield (che sforna 100.000 cassette al giorno) e l’italiana Tape It Easy. Se pensiamo che sono passati ben 55 anni, un’era geologica per la tecnologia, quella della cassetta è una storia da guinness dei primati!

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