Eccoci al terzo episodio sulle città “futuristiche” e rimaniamo sempre in Medio Oriente. Questa città degli Emirati Arabi Uniti è conosciuta in tutto il mondo per i suoi grattacieli, le supercar, gli hotel di lusso, le fontane spettacolari e le isole artificiali. Insomma, tutti noi conosciamo bene Dubai grazie anche alla pubblicità degli influencer che ci mostrano la bella vita e le feste da discoteca all’ultimo grido.
Tutto ciò sembra impossibile se pensiamo che fino a qualche decennio fa gli Emirati Arabi erano una landa desolata ed economicamente depressa e Dubai un anonimo villaggio di pescatori. Con la fine del protettorato britannico negli anni 70 e l’aumento dei capitali per l’estrazione del greggio i sette emirati conobbero un’espansione economica vertiginosa. Grazie alla ricchezza derivata dal petrolio furono modernizzati non solo l’emirato di abu Dhabi ma anche i sei emirati del nord più poveri. A differenza di abu Dhabi che possiede oltre il 90% delle riserve di petrolio e gas degli emirati, Dubai ha da sempre basato la sua economia su finanza e settore terziario. Nel 1991 dopo aver raggiunto il picco di 410 mila barili al giorno la produzione di abu Dhabi scese bruscamente lasciando al vertice dell’economia la vicina Dubai che nel frattempo aveva già diversificato la sua economia.
La città cominciò ad espandersi e negli ultimi anni si è trasformata in una delle metropoli più innovative e all’avanguardia del mondo. Grazie ai suoi megaprogetti, Dubai è riuscita a creare una città da sogno, che richiama turisti e investitori da tutto il mondo.
Uno dei più famosi megaprogetti di Dubai è il grattacielo Burj Khalifa, alto 828 metri, che dal 2010 è il più alto edificio del mondo. Questa torre di 163 piani, situata nel cuore di Dubai, offre una vista mozzafiato sulla città e su tutto il Golfo Persico. Ma il Burj Khalifa non è l’unico grattacielo di Dubai: la città vanta molti altri edifici iconici come il Marina 101, alta 425 metri, e il Princess Tower, alta 414 metri.
Il progetto più ambizioso di Dubai è senza dubbio l’isola artificiale chiamata Palm Jumeirah, situata proprio di fronte alla costa di Dubai. La Palm Jumeirah è stata costruita nel 2001 e si estende su una superficie di 5 chilometri quadrati, creando così una spiaggia lunga 78 chilometri. L’isola è stata realizzata grazie all’ausilio di enormi quantità di sabbia e ci sono stati impiegati oltre 50.000 lavoratori.
Un altro progetto davvero notevole è il Dubai Mall, uno dei centri commerciali più grandi del mondo con oltre 1.200 negozi. Il Dubai Mall è molto più di un semplice centro commerciale: al suo interno si trova l’acquario più grande del mondo, una pista di pattinaggio sul ghiaccio, una fontana danzante e molto altro ancora.
Dubai – la città del futuro
Oltre ai megaprogetti, Dubai è conosciuta come “la città del futuro” e non a caso visto che la città è nella top 20 delle città più innovative del mondo. Dubai ha fatto grandi investimenti nella tecnologia e sta diventando rapidamente un’importante città tecnologica. Uno degli obiettivi della città è di diventare una smart city e utilizzare tecnologie avanzate per migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini. Dubai ha già preso alcune importanti iniziative tecnologiche, tra cui:
- La costruzione della Dubai Internet City, un parco tecnologico che ospita molte grandi aziende come Microsoft, IBM e Cisco. Questo parco è stato creato per promuovere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico nella città.
- L’uso di tecnologia blockchain per le transazioni governative, ad esempio attraverso il progetto DubaiPay.
- La realizzazione di un prototipo di taxi senza conducente con l’obiettivo di introdurre una flotta di veicoli autonomi nei prossimi anni.
- L’utilizzo di droni per la consegna delle merci, attraverso il servizio di consegna “SkyPod” di Emirates Post.
Dubai – il lato oscuro
Nonostante il suo aspetto all’avanguardia da un punto di vista ambientale, Dubai ha ancora molto da fare. La città ha un consumo elevato di acqua e energia e dipende fortemente dai combustibili fossili. Inoltre sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze dei megaprogetti sull’alterazione degli habitat naturali.
Il problema principale di Dubai però non è ecologico ma l’origine della sua ricchezza. Come detto non è il petrolio ma bensì un flusso costante di denaro sporco proveniente dalla corruzione e dal crimine organizzato. Dubai ha attirato individui corrotti e criminali da tutto il mondo grazie alla sua spettacolare facilità di condurre attività illecite. Nel boom del mercato immobiliare scoppiato nei primi anni 2000, grandi gruppi immobiliari accettano senza troppe domande enormi somme di denaro di dubbia provenienza da investitori che sceglievano il mercato immobiliare di Dubai come settore perfetto per riciclare parte degli illeciti derivanti dalle loro attività criminali. Tra questi ci sono signori della guerra afghani, malavitosi russi, cleptocrati nigeriani, evasori fiscali europei, commercianti d’armi iraniani e contrabbandieri d’oro del corno d’Africa. Le autorità emiratine non fanno domande, né sulla provenienza del denaro né sull’attività degli investitori stranieri, sapendo che quel denaro sporco contribuirà al mantenimento in attivo delle casse dell’erario.
Ecco il perché Dubai ha due facce: sta investendo fortemente nella tecnologia e questo potrebbe renderla una delle città tecnologiche più innovative e all’avanguardia del mondo. Ma dall’altra parte è diventata una calamita per criminali da ogni parte del globo. Concludo con una metafora che ben si adatta a Dubai: “non è tutto oro quello che luccica”. Per adesso, ma solo per adesso è tutto, vi do appuntamento al prossimo articolo.
Davide Gambacciani
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