L’amministratore delegato di Google, Sundar Pichai, ha impostato la sua azienda verso i servizi di intelligenza artificiale per raggiungere i consumatori ovunque. Tuttavia i suoi principali sistemi operativi, che dipendono da decine di partner hardware, non hanno tenuto il passo. Così Google ha deciso di superare i limiti di Android (e Chrome) dando vita al progetto noto come Fuchsia.
Le motivazioni principali per le quali Fichsia è stato progettato sono:
- per adattarsi meglio alle interazioni vocali e agli aggiornamenti di sicurezza frequenti
- per avere lo stesso aspetto su una vasta gamma di dispositivi, dai PC fissi, agli smartphone, fino ai piccoli sensori connessi a Internet.
Ecco cosa è già noto su Fuchsia
Google di Alphabet Inc. ha iniziato a pubblicare tranquillamente il codice online nel 2016, e la società ha permesso agli sviluppatori di app esterni di armeggiare con frammenti del codice open source. Dopo un avvio in sordina con pochi sviluppatori, attualmente più di 100 ingegneri stanno lavorando su skunkworks Fuchsia OS. Altro non sappiamo, se non che nelle previsioni Fuchsia sarà il nuovo sistema operativo che soppianterà Android nel giro di 5 anni.
Allontanarsi da Android e Chrome potrebbe comportare rischi per Google
- Un enorme contingente di sviluppatori indipendenti e produttori di dispositivi, come Samsung, Huawei e LG, si affidano ad Android (presente sull’85% dei dispositivi mobili mondiali). Chrome OS è un software importante utilizzato da molte scuole e altre organizzazioni. Google non può semplicemente smettere di supportare Android e Chrome OS.
- Un altro rischio deriva dal fatto che Android e Chrome OS sono basati su Linux. Il “kernel Linux” è il cuore degli attuali sistemi operativi di Google, le istruzioni per la gestione lampo tra hardware e software di smartphone e altri dispositivi. Fuchsia usa un kernel diverso, chiamato Zircon, che evita molte delle vecchie tecnologie in Linux. Ciò potrebbe rendere incompatibili alcuni dispositivi esistenti.
Insomma, quando si parla di altissima tecnologia non c’è detto migliore dell’ormai inflazionato “chi vivrà vedrà”. Per ora, ma solo per ora, è tutto.
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