Si avete letto bene, i due giganti della telefonia mobile e non solo, da sempre in guerra tra loro stanno lavorando insieme allo sviluppo di nuove funzioni anti coronavirus. Il motivo è molto semplice, facciamo un passo indietro.
Sono settimane che in Italia si parla di un’APP per lo smartphone che sfrutti il “contact tracing”, ovvero tracci i contatti tra le persone. Questo tipo di applicazioni, fondamentali ai Governi per affrontare la pandemia, sono già utilizzate in Corea del Sud e Cina e molti paesi (compresa l’Italia) le stanno sviluppando. Esiste però un ostacolo, il mondo della telefonia mobile è diviso tra chi ha un iPhone col sistema operativo iOs e chi invece utilizza Android di Google. Il problema è che le due piattaforme non comunicano molto bene fra di loro e attualmente sono diversi i problemi di interoperabilità che danno vita ad errori e malfunzionamenti. Ecco allora che Google e Apple hanno iniziato a collaborare allo sviluppo di API (application programming interface) che eliminerà gli ostacoli attuali e che verrà rilasciata con la nuova versione di iOs e Android. Le applicazioni per fronteggiare il coronavirus verranno comunque sviluppate dai singoli paesi e solo le autorità dei rispettivi Governi potranno sfruttare le nuove API.
Il funzionamento delle APP anti coronavirus
Supponiamo che due persone abbiano chiacchierato per strada e uno dei due alcuni giorni dopo inizi a manifestare i primi sintomi. Dopo aver comunicato il suo stato alla APP ufficiale, il sistema avvertirà la prima persona del possibile contagio mantenendone l’anonimato. Avverrà la tessa cosa anche in seguito, una volta ottenuto il risultato del test.
La fase 2: il software per la posizione
Nel frattempo, la Commissione europea ha appena pubblicato una serie di raccomandazioni sul tema per un approccio comune in Europa. Fra pochi giorni sapremo se l’iniziativa verrà giudicata compatibile. Se arriverà l’ok, Google e Apple hanno già in mente uno sviluppo successivo: un software integrato nei sistemi operativi per misurare la distanza fra le persone e ovviamente capace di interagire con le APP sviluppate dai Governi. Questo software non userà la geolocalizzazione del GPS (la cosiddetta posizione) perché giudicata imprecisa, ma il bluetooth presente anche nei dispositivi più datati.
Le difficoltà del Bluetooth
Innanzitutto la portata massima del Bluetooth che è di circa 9 metri. Secondo problema, il segnale può solo dire “questi due telefoni si sono avvicinati” e non “questo telefono era esattamente a due metri da quest’altro telefono”. Questa caratteristica potrebbe rivelare molti falsi positivi . Per evitare che gli utenti vengano bombardati da falsi avvisi di prossimità, Apple ha una soluzione: prendere in considerazione i tempi di esposizione. Questo sarà utile in diverse situazioni come in coda al supermercato o nei trasporti pubblici.
Questa API dovrà ovviamente essere vista in azione per garantirne l’utilità e l’efficienza. Per quanto riguarda l’Italia sembra che l’APP prescelta (tra le oltre 300) dal Governo verrà presentata i primi di maggio. Per adesso, ma solo per adesso è tutto, vi do appuntamento al prossimo articolo.
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