Elon Musk non smette mai di stupirci e dopo l’acquisizione dell’app Twitter negli scorsi mesi ha deciso di cambiare il nome (da Twitter) in X. Secondo la ceo Linda Yaccarino, subentrata lo scorso maggio, il rebranding è un altro passo in avanti nella trasformazione di Twitter. “Il nome Twitter aveva senso quando si trattava di messaggi di soli 140 caratteri che andavano avanti e indietro – come il cinguettio degli uccelli – ma ora puoi pubblicare quasi tutto, comprese diverse ore di video. Nei mesi a venire, aggiungeremo comunicazioni complete e la possibilità per guidare il vostro intero mondo finanziario”, ha aggiunto.
Cosa farà ora l’app?
Musk ha espresso apertamente il suo obiettivo di trasformare Twitter in una cosiddetta super-app, qualcosa di simile a WeChat cinese. Per ora non esiste un equivalente americano di un’app del genere, ma gli esperti del settore immaginano un’app che comprenda praticamente tutto ciò che una persona vuole fare online, che si tratti di ascoltare un podcast, fare acquisti o guardare video.
Cosa significa la lettera X?
Musk sembra avere una fissazione di lunga data per la lettera X, soprannominando la sua primissima startup X.com, (che dopo una fusione è diventata PayPal). La lettera X emerge anche in tutte le altre imprese di Musk, inclusa la sua impresa di esplorazione spaziale SpaceX, la sua app di intelligenza artificiale xAI lanciata di recente e il Modello X, uno dei primi modelli delle auto elettriche Tesla.
Secondo gli analisti, espandere la portata della piattaforma per includere cose come lo shopping e i contenuti in abbonamento a pagamento potrebbe effettivamente aiutarla a prosperare a lungo termine creando diversi flussi di entrate e rendendola meno dipendente dalla volontà delle grandi aziende di spendere soldi. Nel breve termine, però lo sviluppo di tali capacità richiederebbe un massiccio investimento in personale e infrastrutture. Non è affatto chiaro se un’azienda che ha tagliato circa tre quarti del suo personale possa raggiungere questo obiettivo. Come si suol dire, vedremo… Per adesso, ma solo per adesso è tutto, vi do appuntamento al prossimo articolo.
Davide Gambacciani
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